NAVIGANDO PER IL CREATO - CHE EMOZIONE IL CREATO - PROCIDA 2013: OFS - GIFRA CAMPANIA
Il 1° settembre prossimo, in sintonia con tutta la Chiesa italiana, l’Ordine Francescano Secolare (Ofs) della Campania e la Gioventù Francescana (Gi. Fra) di Campania e Basilicata celebreranno nell’Isola di Procida la “Giornata per la Custodia del Creato” che ha per tema “La Famiglia educa alla custodia del Creato”.
“Il Santo Padre ed i nostri Vescovi – affermano i vertici del movimento laicale francescano – ci invitano all’impegno per la custodia del creato, proponendoci di riflettere sul ruolo della famiglia nell’educazione al bello ed alla cura dell’Ambiente. Per celebrare la Giornata del Creato, esaltarne la bellezza, navigheremo verso Procida dove vivremo una giornata fantastica, ammirando le forme stupende del Creato e sottoscrivendo una serie di impegni per la sua cura”.
A suggello della iniziativa il sindaco di Procida, Vincenzo Capezzuto, don Raffaele Ponticelli del 1° Decanato dell’Arcidiocesi di Napoli, Michele Ortaglio, presidente regionale dell’Ofs, Antonio Obid, presidente regionale della Gi.Fra e Carlo Tucciello, presidente di “Gocce di Fraternità Onlus” sottoscriveranno la “Carta di Procida” con la quale si impegnano, ciascuno per le proprie competenze, a promuovere la conoscenza dei beni ambientali e delle tematiche di tutela ambientale, diffondere la cultura del rispetto e della cura dell’ambiente e favorire la diffusione di stili di vita sobri e rispettosi degli equilibri ecologici.
La giornata, come da consuetudine, sarà anche occasione per fare beneficenza; infatti consentirà di raccogliere fondi per le attività missionarie dei francescani.
“Carta di Procida – 2013”
L’Amministrazione Comunale di Procida (NA)
La Chiesa Locale di Procida (NA)
L’Ordine Francescano Secolare della Campania [OFS]
La Gioventù Francescana di Campania e Basilicata [GiFra]
L’Associazione “Gocce di Fraternità Onlus”
Riuniti a Procida (NA) il giorno 1 settembre 2013 in occasione della VIII Giornata Nazionale per il Creato, indetta dalla Conferenza Episcopale Italiana, al fine di,
a) testimoniare l’attenzione per i temi ambientali,
b) manifestare la volontà di dare avvio ad un impegno comune per la tutela del paesaggio campano,
Sottoscrivono il presente documento denominato “Carta di Procida – 2013” col quale si impegnano, ciascuno per le proprie competenze a:
Promuovere la conoscenza dei beni ambientali e delle tematiche di tutela ambientale;
Diffondere la cultura del rispetto e della cura dell’ambiente;
Favorire la diffusione di stili di vita sobri e rispettosi degli equilibri ecologici;
Adottare, secondo le proprie competenze, nelle scelte che hanno incidenza ambientale, il principio di precauzione così come definito dalla “Dichiarazione di Rio” (principio 15).
Favorire la sottoscrizione di analoghe carte di impegno con altre Amministrazioni Pubbliche e con Associazioni ed Organizzazioni impegnate su temi ambientali e sociali.
Gli impegni oggi sottoscritti potranno trovare attuazione tramite le seguenti azioni, da condurre singolarmente o in modo congiunto:
organizzazione di corsi, mostre, convegni e rappresentazioni artistiche che contribuiscano a diffondere la conoscenza dei beni e delle tematiche ambientali;
promozione di dibattiti, confronti pubblici e presentazione di testimonianze atti a divulgare esempi e modalità di rispetto e cura dell’ambiente;
organizzare escursioni e visite per approfondire la conoscenza dei paesaggi;
promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione sui temi ambientali;
proporre, tramite la presentazione di testimonianze e l’adozione di specifiche politiche sociali ed economiche, nuovi stili di vita ecosostenibili;
favorire la più ampia circolazione di informazione e notizie circa i temi ambientali.
Vincenzo Capezzuto (Sindaco di Procida)
Michele Ortaglio (Ministro Regionale OFS)
Don Raffaele Ponticelli (1° Decanato Chiesa di Napoli)
Antonio Obid (Presidente Regionale GiFra)
Carlo Tucciello (Presidente Gocce di Fraternità Onlus)
Dichiarazione di Rio – Sull’ambiente e lo sviluppo (1992)
Principio 15
« Al fine di proteggere l'ambiente, un approccio cautelativo dovrebbe essere ampiamente utilizzato dagli Stati in funzione delle proprie capacità. In caso di rischio di danno grave o irreversibile, l'assenza di una piena certezza scientifica non deve costituire un motivo per differire l'adozione di misure adeguate ed effettive, anche in rapporto ai costi, dirette a prevenire il degrado ambientale ».
Intervento del presidente di Gocce di Fraternità, Carlo Tucciello
NUOVI STILI DI VITA
Navigando per il vcreato: che emozione il creato
Procida 1 settembre 2001
A. DOVE CI TROVIAMO
§ Il pianeta è sull’orlo di una catastrofe sociale e ambientale e il cambiamento del clima è già una drammatica realtà.
§ La Terra è minacciata da un degrado ambientale. L’eccessivo sfruttamento delle risorse si intreccia con varie forme di inquinamento.
§ L'acqua, le foreste, il mare, i suoli sono elementi già fortemente compromessi
§ L’attuale società dei consumi, basata sulla crescita economica, sta producendo un impatto ambientale insopportabile.
§ L’attuale sviluppo presuppone un consumo illimitato delle risorse del pianeta.
§ L’impronta ecologica (indice che misura quanto territorio biologicamente produttivo viene utilizzato dall’uomo per produrre le risorse che consuma e per assorbire i rifiuti che genera ) è in netto aumento. Se tutti gli abitanti del mondo consumassero come quelli dei paesi "sviluppati“, non basterebbe l'attuale pianeta: nel 2050 ce ne vorrebbero due di pianeti.
§ Anche i rifiuti, non adeguatamente gestiti, diventano veleno per la Terra e per chi la abita. In Italia se ne producono ogni anno circa 120 milioni di tonnellate, di cui 90 industriali e 30 urbani. Ogni individuo produce mezza tonnellata di rifiuti domestici
§ Metà della popolazione mondiale non ha ancora conosciuto il gusto della dignità umana. I poveri assoluti popolano i villaggi sperduti delle campagne e si affollano nelle baraccopoli di città. La coscienza di ogni persona civile si ribella ad un mondo dove il 20% più ricco gode dell’86% della ricchezza prodotta mentre il 40% più povero deve accontentarsi del 3%.
§ Per evitare il tracollo dovremo occorre allora passare quindi dalla società della crescita e del consumo illimitato, a un nuovo modello …
§ Il nuovo Modello da adottare è quello della Società dello sviluppo sostenibile e dell’economia del limite. Potremmo chiamarla economia del benvivere o economia del rispetto, un’economia equa, sostenibile e solidale, capace di garantire a tutti un’esistenza dignitosa nel rispetto del pianeta.La parola d’ordine non è più “crescita”, ma “sobrietà”.
B. VERSO DOVE ANDARE
1. Le vie della sobrietà
§ La Sobrietà è uno stile di vita personale e collettivo, più adatto ai cicli naturali e rispettoso delle risorse della Terra. E' uno stile di vita che sa distinguere tra i bisogni reali e quelli imposti. E' la capacità di dare alle esigenze del corpo il giusto peso senza dimenticare quelle spirituali, affettive, intellettuali, sociali.
§ La sobrietà si può riassumere in dieci parole d'ordine:
§ pensare, condividere, rallentare,
§ ridurre, recuperare, riparare, riciclare,
§ consumare critico, consumare locale, consumare prodotti di stagione.
Nella vita di tutti i giorni, la sobrietà passa attraverso piccole scelte fra cui meno auto più bicicletta, meno mezzo privato più mezzo pubblico, meno carne più legumi, meno prodotti globalizzati più prodotti locali, meno merendine confezionate più panini fatti in casa, meno cibi surgelati più prodotti di stagione, meno acqua imbottigliata più acqua del rubinetto,meno cibi precotti più tempo in cucina, meno prodotti confezionati più prodotti sfusi, meno recipienti a perdere più prodotti alla spina. Schematicamente la sobrietà si può riassumere in dieci consigli:
§ Evita l’usa e getta. È la forma di consumo a maggior spreco e a maggiore produzione di rifiuti.
§ Evita l’inutile. Prima di comprare qualsiasi oggetto chiediti se ne hai davvero bisogno o se stai cedendo ai condizionamenti della pubblicità. Alcuni esempi sono l’acqua in bottiglia, il vestiario alla moda, il cellulare all’ultimo grido.
§ Privilegia l’usato. Se hai deciso che hai bisogno di qualcosa non precipitarti a comprarlo nuovo. Prima fai un giro presso amici e parenti per verificare se puoi avere da loro ciò che fa al caso tuo.
§ Consuma libero da scorie. Quando fai la spesa fai attenzione agli imballaggi. Privilegia le confezioni leggere, i contenitori riutilizzabili, i materiali riciclabili.
§ Autoproduci. Producendo da solo yogurt, marmellate, dolci e tutto ciò che puoi, eviti chilometri e imballaggi.
§ Consuma corto e naturale. Comprando locale e biologico eviti chilometri, sostieni l’occupazione e mantieni un ambiente sano.
§ Consuma collettivo. È il modo migliore per permettere a molti di soddisfare i propri bisogni mantenendo al minimo il consumo di risorse e di energia. Oltre all’autobus e al treno, puoi condividere molti altri beni durevoli: auto, bici, aspirapolvere, trapano, lavatrice.
§ Ripara e ricicla. Allungando la vita degli oggetti risparmi risorse e riduci i rifiuti.
§ Abbassa la bolletta energetica. Andando in bicicletta, isolando la casa, investendo in energia rinnovabile, utilizzando elettrodomestici efficienti e gestendoli con intelligenza, riduci il consumo di energia con beneficio per le fonti energetiche e il portafoglio.
§ Recupera i rifiuti. Praticando in maniera corretta la raccolta differenziata permetti ai rifiuti di tornare a vivere in nuovi oggetti.
E' un modo di organizzare la società affinché sia garantita a tutti la possibilità di soddisfare i bisogni fondamentali con il minor dispendio di risorse e produzione di rifiuti.
Un’altra concezione del lavoro, della ricchezza, della natura, della solidarietà collettiva, rende possibile costruire una nuova società capace di coniugare sobrietà, piena occupazione e diritti fondamentali per tutti. Un’altra concezione del lavoro, della ricchezza, della natura, della solidarietà collettiva, rende possibile costruire una nuova società capace di coniugare sobrietà, piena occupazione e diritti fondamentali per tutti.
Solo accettando di produrre e consumare di meno :
§ potremo fermare il saccheggio del Sud del mondo,
§ potremo fermare le guerre per l'accaparramento delle risorse,
§ potremo frenare il degrado del pianeta,
§ potremo consentire agli impoveriti di costruire il proprio sviluppo.
La sobrietà è molto di più di uno stile di vita. E' un progetto politico che si fa alternativa al sistema.
C. COME ANDARCI
I cambiamenti di sistema attraverso un processo graduale, si possono individuare cinque strategie riassumibili in altrettante parole chiave: mostrare, provare, respingere, forzare, consolidare.
1. Mostrare significa indicare l’orizzonte verso il quale andare. È il lavoro della progettazione.
2. Provare significa dimostrare, attraverso i fatti, che cambiare è possibile, come quando attuiamo la sobrietà, quando promuoviamo un gruppo d’acquisto, quando facciamo nascere un gruppo di condivisione dell’auto, quando apriamo una bottega del commercio equo o uno sportello di Banca Etica, quando fondiamo un condominio solidale. Don Lorenzo Milani ci ha insegnato che i poteri non stanno in piedi da soli: traggono forza dai sudditi, sta in piedi perché noi lo sosteniamo attraverso i gesti del vivere quotidiano. Ecco perché è importante consumare critico, risparmiare responsabile, praticare la sobrietà.
3. Arrestare significa opporsi all’avanzata di scelte distruttive. Alcuni esempi sono la lotta contro la privatizzazione dell’acqua, l’opposizione all’alta velocità in Val di Susa, la lotta contro l’ampliamento della base Usa a Vicenza. Nimby.
4. Forzare significa spingere il sistema a compiere passi nella nuova direzione. La pressione popolare influisce sulle scelte delle istituzioni, mentre nuove leggi modellano i comportamenti di massa. Occorre esercitare tutta la pressione di cui siamo capaci sulle imprese e sulle istituzioni per indurle a comportamenti diversi. Due grandi settori: la difesa dei diritti e la trasformazione del sistema produttivo in un’ottica di sostenibilità.Oggi che migliaia di persone rischiano il licenziamento, le ancore di salvezza sono due: la solidarietà collettiva sotto forma di sicurezza sociale e di diritti gratuiti, e la creazione di posti di lavoro nei settori orientati alla sostenibilità.
5. Intrecciare significa stringere i nostri legami per diventare un soggetto politico capace di pilotare il cambiamento. Siamo tutti intenti a fare la punta al nostro lapis, non lo posiamo mai sulla stessa tela per abbozzare un disegno comune che ci rappresenti un po’ tutti. Non riusciamo più a fare sistema. Padre Zanotelli ripete che se vogliamo avere qualche possibilità di incidere dobbiamo adottare la strategia lillipuziana. Nella favola satirica di Jonathan Swift, I viaggi di Gulliver, i minuscoli lillipuziani riescono a catturare Gulliver, di tante volte più grande di loro, perché agiscono uniti. L’insegnamento per noi è che la frammentazione può trasformarsi in forza a patto che riusciamo a coordinarci.
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